Attualità

Un piano per ridurre il Digital Divide in Piemonte

Il Piemonte si configura come un territorio particolarmente sensibile all’innovazione digitale, avendo pianificato interventi significativi volti a sviluppare infrastrutture abilitanti. La strategia delineata dall’Assessorato all’Innovazione della Regione Piemonte per la banda ultralarga per il periodo 2024-2026 si articola su quattro pilastri fondamentali:

  1. Copertura della rete fissa a almeno 1 Gbit/s: L’obiettivo principale è garantire una copertura ampia e veloce della rete fissa, permettendo velocità di almeno 1 Gbit/s per favorire una connettività di alta qualità.
  2. Copertura della rete mobile 5G (stand alone) dell’intero territorio: La strategia mira a estendere la copertura della rete mobile 5G su tutto il territorio regionale, fornendo così una connessione avanzata anche in ambito mobile.
  3. Take-up di almeno il 50% della rete fissa con velocità di almeno 1 Gbit/s entro il 2026: Oltre a garantire la copertura, si intende stimolare attivamente l’adozione effettiva dei servizi digitali ad alta velocità, puntando al coinvolgimento di almeno il 50% della popolazione.
  4. Rete di Edge Cloud Computing: Si prevede di implementare una rete di Edge Cloud Computing, volta a offrire nuovi servizi applicativi e a generare risparmi operativi per gli operatori.

Le quattro macro-aree di intervento, che si affiancano ai piani già attuati con un valore superiore a 5 miliardi di euro, prevedono investimenti pari a circa 2,8 miliardi di euro (escludendo l’ulteriore utilizzo futuro di risorse legate alle economie di gara, soggette all’approvazione della Commissione europea, e altri interventi per la trasformazione digitale). Gli interventi trasversali, del valore di 1.155 milioni di euro, sono suddivisi in quattro cluster: Normativa, regolamentazione e incremento capacità operativa della PA e delle Telco; Piattaforme e basi dati informative; Supporto per infrastrutture strategiche; Innovazione di settore. Gli interventi per lo sviluppo delle reti fisse, con un investimento di 455 milioni di euro, si concentrano sulla domanda qualificata della PA per lo sviluppo delle reti nei settori prioritari (scuola, sanità, comuni, emergenze, servizi digitali, isole minori). Per quanto riguarda gli interventi per lo sviluppo delle reti mobili, con un budget di 1.102 milioni di euro, sono previsti tre cluster focalizzati sull’innalzamento dei limiti elettromagnetici, il potenziamento e rilascio del catasto elettromagnetico nazionale, oltre alla domanda qualificata della PA (reti 5G di proprietà pubblica, copertura gallerie Milano-Cortina 2026, reti e servizi in mobilità). Infine, l’area degli interventi di sostegno alla domanda, con un finanziamento di 110 milioni di euro, prevede la revisione della misura voucher famiglie e una campagna di comunicazione e sensibilizzazione sui vantaggi della connettività fissa e mobile ultraveloce. L’impatto complessivo delle iniziative finora individuate è stimato in un incremento di circa l’1% sul PIL reale annuo, con un valore superiore a 180 miliardi di euro nel periodo 2020-2030.
Il contributo più innovativo emerso dall’incontro piemontese proviene, in larga misura, dalle amministrazioni locali, in particolare dai sindaci dei comuni rappresentati (tra cui Burolo, Fraconalto, Oleggio e Piobesi d’Alba), e dal Presidente delle comunità montane.

In modo pragmatico e costruttivo, i sindaci hanno evidenziato le sfide, specialmente per i comuni più piccoli, nel compiere un effettivo salto di qualità nel processo di trasformazione digitale e nell’implementazione di servizi digitali avanzati, nonché nell’coinvolgimento dei cittadini.
Innanzitutto, nonostante un aumento nella trasparenza delle informazioni riguardanti i singoli progetti nel corso degli anni, si rileva ancora la difficoltà di avere un quadro complessivo, soprattutto dal punto di vista delle necessità informative degli utenti finali. Cittadini e imprese sono interessati a comprendere non solo l’avanzamento dei piani pubblici, ma anche quali servizi sono effettivamente disponibili, chi sono i possibili fornitori e l’insieme dei costi associati all’attivazione dei servizi.
L’accessibilità economica ai servizi è un aspetto cruciale, specialmente per i comuni più piccoli che devono collegare diverse sedi e non richiedono i massimi livelli di prestazione indicati nei listini attuali. Allo stesso tempo, si sottolinea la necessità di indagare sulle ragioni del limitato utilizzo dei servizi, che nelle cosiddette “aree bianche” (zone più remote e oggetto del piano BUL) è ancora intorno al 5%, con valori più bassi nella provincia di Asti e più alti in quella di Vercelli, mentre nelle aree con investimenti privati è in media cinque volte superiore. È degno di approfondimento il basso tasso di adozione delle soluzioni FWA, che, pur rappresentando il 30% dell’obiettivo di copertura delle aree bianche, sono ancora poco utilizzate. Inoltre, per le unità immobiliari coperte dalla fibra ottica (FTTH), quasi il 30% degli ordini ricevuti non è andato a buon fine. Si evidenzia anche come in diversi comuni l’assenza di backhauling limiti l’offerta di servizi all’ingrosso e riduca il numero di operatori interessati all’attivazione dei servizi.
Riguardo alle prescrizioni specifiche che rallentano il processo di infrastrutturazione e appaiono incoerenti rispetto alla normativa nazionale, si riconosce l’importanza del chiarimento e della semplificazione del quadro di riferimento negli ultimi anni. Tuttavia, alcuni sindaci sottolineano la necessità di una maggiore sincronizzazione delle diverse opere che influiscono sulle infrastrutture locali e di lavori eseguiti a regola d’arte per limitare l’impatto. Nonostante le sfide, emerge un segnale di ottimismo per il rispetto delle scadenze entro il 2026. Tuttavia, la concertazione tra i diversi attori rimane essenziale per garantire il completamento efficace dei progetti infrastrutturali e promuovere l’adozione diffusa dei servizi digitali.

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