Speciale Torino

Quando l’arte diventa start up. “Otello – L’Ultimo bacio”

di Giulia Zanotti

 

“Per realizzare grandi cose, non dobbiamo solo agire, ma anche sognare; non solo progettare ma anche credere”. Forse nulla meglio della frase dello scrittore premio Nobel Anatole France descrive il lungo percorso che ha portato alla realizzazione di “Otello – L’Ultimo bacio”, l’opera musical in due atti con testi e musiche originali che riprende la tragedia shakespeariana di  “Otello” e che farà il suo debutto la prossima primavera nei teatri italiani. Chissà se 14 anni fa, quando incominciò a scrivere delle musiche sul soggetto del dramma del Moro di Venezia, Fabrizio Voghera si sarebbe immaginato tutto questo. Cantante con una carriera trentennale con presenze al festival di Sanremo e in Rai con Paolo Limiti, nel 2001 viene scelto da Riccardo Cocciante per la doppia parte di Quasimodo e Frollo in “Notre Dame de Paris”. Ed è proprio durante questa tournée che nasce l’idea di comporre musica su un soggetto già esistente. «Per me era una sfida nuova, e prima di tutto con me stesso, potrei definirlo un laboratorio personale» spiega Fabrizio Voghera, che inizia da subito a raccogliere consensi nei confronti di questa sua “sperimentazione”. «Facendo ascoltare quello che avevo scritto ai colleghi ho trovato tante opinioni positive e raccolto molti consensi. Anche dai produttori, ce ne erano alcuni interessati alla produzione». Insomma una strada che sembra in discesa. Ma non è così. «Infatti al di là dell’apprezzamento iniziale non  facevo altri passi in avanti. Rimaneva tutto fermo su un tavolo, superato da altri progetti di nomi importanti, ma intanto il tempo passava e io aspettavo». Eppure è proprio questo tempo in attesa che forse serve a “Otello – L’ultimo bacio” per diventare quello che nei prossimi mesi si presenterà al pubblico. «Diciamo che è come lavorare al varo di una nave, giorno per giorno si uniscono i pezzi e si vede l’imbarcazione prendere forma. Ad esempio in questo lungo percorso sono partito da solo e poi ho incontrato Francesco Antimiani, anche lui del cast di “Notre Dame” che mi ha aiutato a scrivere i testi e poi poco per volta sono saliti a bordo anche tutti gli altri componenti di questo progetto», racconta Voghera, che ricorda anche di come il 2010 sembra essere finalmente l’anno della svolta. «Avevo organizzato un workshop con il regista di “Notre Dame de Paris” per sviluppare alcune scene dell’Otello e sono venuti ad assistere i produttori della versione francese di “Notre Dame” che un mese dopo mi hanno chiamato a Parigi per discutere del mio progetto e propormi un contratto. Per la prima volta qualcosa di concreto». E così Fabrizio diventa un “pendolare” Torino-Parigi: «Per un anno ho fatto avanti e indietro tra Italia e Francia, tante idee, tante riunioni ma nessun risultato concreto. Certo, l’interessamento che avevano dimostrato per la mia opera mi aveva lusingato molto, ma sentivo che con tutto il lavoro fatto non potevo fermarmi lì». I successivi tre anni vedono Fabrizio Voghera a Torino dove lavora fianco a fianco di Fabrizio Ronco, arrangiatore che fino ad allora non si era mai occupato di musical, ma che trasforma il suo studio nel quartier generale da cui nasce l’arrangiamento di tutto “Otello – L’Ultimo bacio”. Mentre pian piano si forma uno staff tecnico con eccellenze del settore e si iniziano a cercare cantanti e ballerini.

Ma il lavoro ormai non è più solo quello artistico, c’è da mettere in piedi l’impresa che permetta di realizzare l’opera. E viste le precedenti esperienze con i produttori l’unica strada è quella di fare da sé. «Abbiamo messo insieme le forze di un’associazione e della cooperativa per cui lavoro per provare a raccogliere i soldi necessari per la messa in scena. Abbiamo raccolto delle donazioni liberali e l’aiuto di diversi supporters e a breve avvieremo anche un crowfunding. Ma è chiaro che stiamo facendo tutto in economia, insomma siamo una start up a tutti gli effetti: abbiamo sviluppato la nostra idea e raccolto i fondi per permetterci di trasformarla in realtà. Consapevoli anche che corriamo dei rischi. Abbiamo cercato di sviluppare tante competenze per cercare di fare il più possibile “in casa”». E così la nave chiamata Otello è pronta al varo. La prossima primavera partirà un tour di presentazione che toccherà diverse città. Il debutto sarà il 9 marzo con un’anteprima per i supporters e gli sponsor, poi due spettacoli aperti al pubblico la sera di sabato 10 e il pomeriggio di domenica 11 al Teatro Nuovo di Torino. Mentre altre date saranno a Salsomaggiore Terme, Chianciano Terme, Verona e Piacenza. «In questi anni – conclude Fabrizio – ho avuto il supporto di molti colleghi, ora punto a vedere la reazione del pubblico, sono curioso di sapere quale sarà. Per un artista è fondamentale e per me è importante capire se sono riuscito con la mia musica a toccare il cuore degli spettatori. Poi se qualche produttore si farà avanti si vedrà. Se no la nostra strada già la conosciamo».

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