Attualità

Una nuova vita per gli scarti della lana

La lana è un materiale prezioso e pregiato per confezionare vestiti caldi per l’inverno ed i filatoi biellesi sono rinomati per la loro produzione. Ma cosa fare degli scarti? Recentemente sono nate in Piemonte due associazioni per dar loro una seconda vita, oltre ad una startup che si occupa di questioni simili ad Udine.

L’associazione Gomitolorosa, presieduta dal senologo Alberto Costa, riutilizza la lana che altrimenti andrebbe smaltita come rifiuto speciale, per realizzare progetti di “Lanaterapia” nei reparti oncologici, soprattutto legati a tumori femminili come quello al seno o alle ovaie. Nei reparti oncologici si mettono a disposizione gomitoli di lana, con cui le pazienti possono sferruzzare durante le attese per gli esami o per la terapia.

Per dare una seconda vita alla lana l’associazione sta sperimentando anche un nuovo progetto ambientale e sociale: le palline “Lanasciuga”, quelle che servono a velocizzare i tempi nell’asciugatrice, realizzate in maniera artigianale da ospiti di centri accoglienza, le prime in Italia di lana autoctona.

I progetti sono stati presentati a Biella nel convegno nazionale per la terza “Giornata europea della lana”, organizzato proprio dall’associazione Gomitolorosa, in collaborazione con l’Agenzia Lane d’Italia e Legambiente, con il patrocinio del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica. Sono due esempi di attività che puntano a trasformare la lana da rifiuto a risorsa, utilizzandola in modo creativo, utile e sostenibile, tenendo conto del fatto che è ormai diventata un rifiuto e classificato speciale: non può essere abbandonata e nemmeno bruciata. Eppure gli ovini allevati per carne e prodotti caseari vanno tosati e la loro lana, considerata di poco pregio e sostituita ormai spesso da materiale sintetico, è un rifiuto. Un altro progetto, “Agrivello”, mira a convertire lana di pecora in fertilizzante da utilizzare in ambito agronomico; l’idea è stata di Chiara Spigarelli, 33 anni, agronoma zootecnica di Udine, che ha creato per questo una startup. 

Davide Cuneo

Condividi questo articolo