Riflessioni

Torino Mirafiori: il futuro è la Cina?

Torino in Italia è sempre stata la capitale dell’automobile. Dal dopoguerra ad oggi la città si è infatti legata a doppio filo alla FIAT, oggi Stellantis, con cui ha condiviso le alterne vicende e da cui ha senz’altro tratto uno slancio economico irripetibile nel secondo dopoguerra.
E se Torino è la capitale dell’automobile, il polo industriale di Mirafiori ne è necessariamente il cuore pulsante. O quantomeno lo era: ad un nuovo mercato sempre più globalizzato ed interconnesso corrispondono infatti nuove sfide che non sempre possono essere risolte senza un radicale ripensamento delle attività produttive. Ed ecco quindi che, se da un lato Mirafiori vede la produzione di auto colare a picco, si aprono nuovi orizzonti legati ad un tema chiave per la società di oggi, ovvero la sostenibilità. È stato infatti di recente inaugurato, su un’area di ben 73.000 metri quadrati, il nuovo centro per il riciclo ed il riuso delle componenti delle diverse automobili, che è stato battezzato SUSTAINera. Questo polo, si propone di estendere la vita dei diversi autoveicoli in circolazione (o quantomeno dei componenti al loro interno) e si baserà sui principi cardine di Economia Circolare, le 4R: Reman (rigenerazione), Repair (riparazione), Reuse (riutilizzo) e Recycle (riciclo). Come del resto ribadito dallo stesso CEO, Carlos Tavares: “Stiamo industrializzando il recupero e il riutilizzo sostenibile dei materiali, dando vita a nuove tecnologie e competenze mentre cresciamo nel settore. Il nostro impegno nella rigenerazione, riparazione, riutilizzo e riciclo non solo alleggerirà la pressione sul nostro pianeta, ma porterà anche valore finanziario a Stellantis, salvaguardando il nostro futuro mentre trasformiamo il nostro modello di produzione e consumo”.
L’investimento per la costruzione di questo nuovo centro, che al momento dà lavoro a ben 170 persone, ma che nei prossimi due anni dovrebbe raggiungere i 550 dipendenti, è stato di circa 40 milioni di euro, una cifra decisamente bassa che è stato possibile ottenere riutilizzando attrezzature e macchinari presenti in precedenza in altre sedi. A fronte di ciò, gli utili dell’unità a capo di questo settore di Stellantis, la Business Unit di Economia Circolare, si prevede potrebbero raggiungere i 2 miliardi di euro entro il 2030, una cifra non da poco che ben illustra l’importanza strategica di questo parziale cambio di rotta.
Intanto John Elkann ha sottolineato ancora una volta l’attenzione di Stellantis nei confronti di Torino in seguito all’apertura del nuovo centro SUSTAINera:

Ma per Mirafiori il futuro potrebbe non essere rappresentato più solo da Stellantis, o quantomeno non direttamente. Si fa infatti strada con insistenza una voce che vuole gli stabilimenti di Torino affidati al produttore di auto elettriche cinesi Leapmotor, di cui Stellantis ha acquisito il 21% nel 2023 (con una spesa di circa 1,5 miliardi di euro) e di cui detiene i diritti esclusivi per la realizzazione e la vendita al di fuori della Cina. La produzione, secondo queste voci ancora non confermate, avrebbe inizio a partire dal 2026 ed andrebbe a colmare quel gap produttivo che tanto pesa sull’economia cittadina. Una notizia questa che è stata accolta con grande favore dai sindacati, interessati prima di tutto ad aumentare la produzione e a cacciare lo spettro della cassa integrazione.
Ma che cos’è Leapmotor? Si tratta di una casa automobilistica cinese fondata meno di 10 anni fa, nel 2015, e attiva nello sviluppo di auto elettriche, nonché di sistemi di intelligenza artificiale per la guida autonoma. La vera expertise però che ha fatto gola a Stellantis, tanto da portarla ad investire massicciamente, sono le piattaforme modulari di architetture tecnologiche a cui si aggiungono le versioni EREV, che comprendono l’Extender Ranger, ovvero un motore termico dedicato esclusivamente alla ricarica delle batterie. Questo sistema contribuisce a ridurre le emissioni di anidride carbonica e, allo stesso tempo, assicura autonomie superiori ai 1000 chilometri. Per il momento questo marchio si è posizionato sulle vetture di fascia medio-alta, il segmento di mercato maggiormente in crescita in Cina, ma con il suo debutto in Europa è probabile che si posizioni su una fascia medio bassa, producendo veicoli elettrici a partire da 20mila euro.
Per ora, comunque, nulla di confermato, ma i dati sulla produzione di veicoli in grave calo rendono la situazione particolarmente delicata. Recentemente Tavares è infatti tornato ad esprimersi sul tema, ma non ha confermato (né smentito) un’eventuale produzione del marchio cinese in stabilimenti italiani, limitandosi ad annunciarne la vendita sui mercati europei:

Oltre al nome di Leapmotor, che sarebbe comunque profondamene legata a Stellantis, sono circolati anche quelli delle case cinesi Nio, Xpeng e Zeekr, cui una riqualificazione di parte stabilimento potrebbe fare non poco gola. Il Governo tuttavia è tiepido sull’arrivo di una casa automobilistica cinese ( e non legata a Stellantis) in Italia e preferirebbe l’inserimento di un gruppo proveniente da un Paese più allineato alla sfera politica occidentale, come la giapponese Toyota. Non si può escludere poi nemmeno un ingresso di un gruppo americano come Ford o Tesla, anche se questo porterebbe probabilmente a generare nuove tensioni tra lo Stato italiano e il colosso degli Elkann, non particolarmente felici all’idea di dover condividere il palco italiano con un altro produttore affermato.

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