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Startup, l’allarme di Banca d’Italia: servono più investitori

In Italia “le nuove imprese nei settori a tecnologia avanzata sono poche e mostrano una capacità limitata di crescere e di affermarsi” è l’allarme lanciato dal governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta che il 31 maggio scorso ha presentato la Relazione di sintesi relativa all’andamento dell’anno 2023.
Panetta ha in particolare sottolineato la necessità di maggiori investimenti e business angels: “La legge sulle start up del 2012 ha introdotto semplificazioni amministrative e vantaggi fiscali per la creazione di imprese innovative. Rimane però fondamentale la spinta di investitori in grado di selezionare e finanziare iniziative rischiose ma con elevato potenziale di crescita. È questo il ruolo dei fondi di venture capital”.
“Negli Stati Uniti le prime sei società per capitalizzazione di borsa, ciascuna con valore superiore a 1.000 miliardi di dollari, sono state inizialmente finanziate da questi investitori e oggi sono protagoniste mondiali della rivoluzione digitale. In Italia – ha illustrato – l’attività di venture capital è sottodimensionata, con un flusso di investimenti annuo tra 0,5 e 1,5 miliardi nel triennio 2021-23, un valore cinque volte inferiore rispetto a Germania e Francia”. Inoltre, ha detto Panetta, “gli operatori nazionali sono anch’essi pochi e di piccola dimensione. Il basso sviluppo del settore riflette in parte il ritardo con cui questa attività si è avviata nel nostro paese. Pesano la contenuta articolazione del mercato borsistico e la limitata dimensione media delle imprese, che rendono difficile quotare le aziende finanziate o cederle ad altre più grandi una volta completata la fase iniziale di crescita”.
“Il venture capital – ha quindi indicato il governatore – trarrebbe beneficio da un maggiore coinvolgimento degli investitori istituzionali: se assicurazioni e fondi pensione investissero nei fondi nazionali una quota dell’attivo pari a quella della Francia, la raccolta raddoppierebbe. La crescita può essere inoltre favorita dalla rimozione di ostacoli normativi. Riguardo in particolare alla disciplina sui gestori dei fondi più piccoli, la Banca d’Italia si adopererà perché l’attuazione della legge delega di riforma del Testo unico della finanza sia l’occasione per valutare una semplificazione dei relativi obblighi. All’aumento dei finanziamenti devono corrispondere maggiori opportunità di investimento. In Italia l’attività di ricerca ha indici elevati di produttività e qualità, ma risorse limitate. Un suo rafforzamento e un migliore raccordo con il mondo produttivo consentirebbero di trasformare potenzialità oggi inespresse in occasioni imprenditoriali”, ha concluso Panetta.