Editoriale

Ricette perfette

di Andrea Araldi

Gli ingredienti e la capacita di cucinarli ci sono tutti: il settore del food rappresenta nella nostra Regione una realtà in primo piano con ancora grandi possibilità di sviluppo.

Il Piemonte è da sempre per storia e cultura una delle più importanti realtà geografiche per quanto riguarda il cibo: agricoltura, allevamento, ricchezze naturali come funghi e tartufi. Con una produzione enologica tra le più importanti e prestigiose al mondo.

Una tradizione culinaria e gastronomica di altissimo livello anche per gli standard nazionali di per se già alti. Un’industria agroalimentare forte nelle trasformazioni e lavorazioni di base. Artigiani e industrie famose in tutto il mondo per i loro prodotti, tra cui, come gemma della corona, l’industria dolciaria.

Anche dal punto di vista distributivo e di promozione del cibo di qualità è nel Piemonte che nasce Eataly, realtà ormai internazionale che promuove il gusto italiano. Per non parlare della ristorazione che presenta non solo alcune eccellenze assolute ma soprattutto un livello medio di elevata e diffusa qualità.

A questa capacità di fare impresa si associa una rete culturale molto estesa.

Solo per citare alcune eccellenze: Salone del gusto, Slow Food e Università di Pollenzo, Terramadre. Siamo fondamentalmente lo scenario ideale entro cui avviare un processo di continua attenzione e crescita per il settore del food.

Esistono competenze diffuse, investitori con radici nella produzione capaci non solo di sostenere un business che nasce dal punto di vista finanziario ma capaci anche di comprenderlo, di farlo proprio, di creare partnership forti e qualificate con soggetti portatori di innovazione. Partners in grado di affrontare le sfide internazionali con competenza e possibilità di successo secondo i modelli imprenditoriali che si rivolgono sin dall’inizio al mercato internazionale e con capacità di rendere scalabili i loro progetti.

Sicuramente l’intero processo può e forse deve essere affiancato da una capacita di far sistema: cultura, fare impresa, innovazione, start up. A cui affiancare un sistema formativo articolato sul territorio capace di dare risposte di altissimo livello sia per la formazione “tecnica” sia per la formazione in termine di marketing, management, promozione digitale e in generale cultura del cibo. Il tutto connesso e in sinergica promozione con gli eventi esistenti (saloni) e con eventi che possono essere studiati e promossi sia in riferimento ai consumer sia in riferimento al settore del business.

Un distretto del cibo che partendo da una tradizione e da un’esperienza millenaria sia in grado di proporre e promuovere modernità, nuove modelli, crescita d’impresa ed economica, occupazione, creazione di ricchezza e di valore aggiunto. Le ricette ci sono, le cucine son pronte, è l’ora per gli chef delle imprese di far scoprire al mondo cosa può bollire in pentola a Torino.

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