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Officine Fioravanti: il restomod made in Torino

Poche auto hanno lasciato un segno nell’immaginario collettivo quanto la storica Ferrari Testarossa del 1984, eppure, anche ammettendo di essere tra i pochi fortunati a potersela permettere, sarebbe oltremodo scomodo guidarne una oggi, visti i notevoli progressi nel campo delle autovetture.
Oggi tuttavia grazie all’innovativa pratica del restomod, ovvero la restaurazione di auto d’epoca con componenti moderni che non ne intacchino lo spirito originale del progetto, è possibile guidare una di queste auto in tutta sicurezza e comfort.
Tra le realtà che si occupano di questo particolare tipo di restauro spicca la giovane startup svizzera Officine Fioravanti, nata a Coldrerio nel Canton Ticino nel 2019, che ha scelto la Testarossa come primo modello da commercializzare.
Come detto, Officine Fioravanti è un’azienda svizzera a tutti gli effetti, ma sia il luogo di produzione che i fornitori e i collaboratori (23 persone) sono italiani, incentrati nell’officina di Torino. L’azienda si basa sull’autofinanziamento e la distribuzione diretta delle sue auto, con un mercato globale che ha in Stati Uniti, Emirati Arabi ed Europa le principali zone economiche di riferimento.
I suoi punti cardine che hanno permesso all’azienda di imporsi sul mercato sono senz’altro un’attenzione meticolosa ai dettagli ed a qualsiasi esigenza del cliente, oltre alla passione per un lavoro che più che meccanico potrebbe essere definito artistico.
Come dichiara il 23enne Tusco Cavalli, proprietario dell’azienda:

“Il nostro è un approccio rivoluzionario nell’ambito del restomod, un modus operandi inedito che consente di esaltare l’anima delle vetture classiche, senza arrogarsi il diritto di cambiarne radicalmente aspetto esteriore e stravolgerne le peculiarità tecniche originarie.”

Tra gli altri aspetti chiave del progetto c’è senz’altro la passione per un modello di guida puramente analogico, non intaccato da componenti elettroniche ormai presenti in qualsiasi auto sul mercato.
Una passione nata al volante proprio di una Testarossa quella di Tusco che dopo aver guidato l’auto sportiva di famiglia ed averne osservato limiti e pregi si è dedicato anima e corpo a questo progetto con l’idea di portare per le strade nuovamente uno dei capolavori della meccanica italiana 38 anni dopo l’esordio, senza però sacrificare il piacere della guida.
Quali altri progetti ci attendono in futuro? Solo il tempo potrà dircelo…

Davide Cuneo