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Dai robot alle IA, dalla morale all’etica

Abbiamo riflettuto in passato su come l’intelligenza artificiale (e i robot) potrebbero rappresentare delle enormi forze di pressione sugli attuali equilibri sociali, economici e produttivi (che già secondo molti non rappresentano il migliore dei mondi possibili). È ormai estremamente vivace il dibattito su come intelligenza artificiale potrà cambiare in modo radicale il mondo in cui viviamo, il modo in cui lavoriamo, i nostri tempi e ritmi di vita, la produzione e la redistribuzione della ricchezza.
Altrettanto acceso è ormai il dibattito sul tema se l’intelligenza artificiale potrebbe rappresentare un pericolo per l’umanità: un giorno il super robot finale potrebbe decidere che per il pianeta noi siamo dei parassiti e che tutto sommato è meglio un mondo fatto di anime di silicio. Uno scenario a metà tra Terminator e Matrix!

Esiste però un altro tema che mi sembra estremamente interessante da esaminare. È il tema della moralità e dell’etica dell’intelligenza artificiale.
Come sappiamo, in molti casi già oggi l’algoritmo è il cuore del problema, sia per questioni lavorative sia per altre questioni, come ad esempio le politiche sulla sicurezza. In quale relazione si possono porre l’uomo, l’etica e l’intelligenza artificiale?
Perché la potenza dell’intelligenza artificiale se non dominata e controllata, possibilmente oltre che dall’uomo anche dalla IA stessa, potrebbe rivelarsi essere fredda e spietata.

Non bisogna essere credenti per condividere un versetto della lettera ai Corinzi di Paolo di Tarso: “Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità sono con un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna. E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri di tutta la scienza, ma non avessi la carità, non sono nulla”.
Se l’intelligenza artificiale dovrà aiutarci, o in qualche caso sostituirci, in compiti fondamentali e costitutivi dell’essenza stessa della società, dello Stato e dello stare insieme, compiti come la giustizia, la cura dei malati, la gestione del welfare, allora dobbiamo chiedere a gran voce che su questi temi la nostra società si confronti, dai politici alle università, dalle scuole agli uffici alle fabbriche, dagli informatici ai rider.

Un mondo nuovo richiede un nuovo mondo di regole applicative dei principi fondanti della nostra società, il nostro più grande patrimonio. L’etica della IA, e il metodo di applicazione di questa etica ai casi concreti : questo è il cuore di un “problema di cuore”.

Andrea Araldi