Dazi USA: il Piemonte affronta l’incertezza con ottimismo
Un Piemonte resiliente si affaccia alla primavera 2025, facendo fronte a un contesto internazionale instabile, segnato dalle tensioni commerciali e dall’altalena dei dazi statunitensi. È quanto emerge dall’indagine congiunturale di marzo realizzata dal Centro Studi dell’Unione Industriali di Torino, su un campione di circa 1.300 imprese manifatturiere.
Nonostante l’incertezza, le imprese piemontesi mostrano una rinnovata fiducia per il secondo trimestre dell’anno. I saldi ottimisti/pessimisti restano in territorio positivo su tutti i principali indicatori: occupazione (+7%), produzione (+4,4%) e ordini (+2,9%).
Segnali incoraggianti anche sul fronte degli investimenti: il 70% delle imprese conferma i piani previsti, e il 25% è pronto ad acquistare nuovi impianti. L’utilizzo degli impianti si mantiene stabile al 77%, mentre il ricorso alla cassa integrazione si riduce al 10,5% delle aziende, con un’incidenza maggiore nella manifattura (14,1%).
«Dopo mesi segnati dalle preoccupazioni sui dazi, emerge un sistema industriale capace di adattarsi con determinazione, facendo leva su filiere forti, qualità produttiva e una presenza consolidata sui mercati globali» commentano dall’Unione Industriali. «Un segnale che invita a non fermarsi, ma a continuare a investire e innovare.»
L’analisi settoriale restituisce un quadro variegato. L’industria nel suo complesso mantiene un cauto ottimismo (saldo produzione +1,7%), mentre il terziario prosegue il trend espansivo avviato dopo la pandemia (+10,4%).
Tra i comparti industriali spiccano le performance del cartario-grafico (+24,1%), dell’edilizia e impiantistica (+15,3%), della chimica (+10,4%) e del tessile-abbigliamento (+5,9%). In affanno invece la metalmeccanica (-6,1%), con un calo marcato nel settore automotive (-24,6%) e una flessione più contenuta nella meccatronica (-2,7%).
Per Marco Gay, presidente dell’Unione Industriali Torino, «non siamo davanti a un quadro irreversibile, ma servono interventi mirati. L’atlantismo resta un pilastro del nostro sistema industriale, ma ora l’Europa deve reagire, con politiche tempestive su energia, burocrazia e attrattività degli investimenti privati».
Il clima di fiducia si riflette anche a livello territoriale, seppur in modo disomogeneo. Le province di Verbania (+15,7%), Asti (+11,4%) e Cuneo (+6,7%) guidano la ripresa, seguite da Biella (+7,5%), che torna positiva dopo sette trimestri in calo. Bene anche Torino (+4,5%), con il 22,2% delle imprese che prevede un aumento della produzione, a fronte di un 17,6% che teme un calo.
Restano sopra lo zero anche Alessandria (+3,5%) e Novara (+2,5%), mentre si segnalano difficoltà a Vercelli (-4,8%) e nel Canavese (-7,1%). Nel manifatturiero torinese si registra una maggiore prudenza: il saldo tra ottimisti e pessimisti scende a -1,8%, penalizzato dalla crisi dell’automotive e dall’incertezza sulle prospettive del settore. Tuttavia, gli ordinativi mostrano segni di ripresa, con un saldo in miglioramento (+1,6%), in crescita di quasi 4 punti rispetto all’ultima rilevazione.