Una startup per ripulire i corsi dei fiumi
Ogni anno, circa 500.000 tonnellate di plastica finiscono negli oceani, con l’80% di questi rifiuti proveniente dai fiumi, secondo il WWF. In Italia, un rapporto ISPRA del 2023 evidenzia che l’85% dei rifiuti galleggianti in dodici fiumi monitorati, tra cui Po, Tevere, Adige e Sarno, è plastica, con oltre un terzo legato a prodotti monouso per il consumo alimentare. La densità di popolazione urbana lungo i fiumi aggrava il problema, con la plastica che, frammentandosi in microplastiche, contamina la catena alimentare, minacciando ambiente e salute umana.
Per affrontare questa crisi, la startup italiana Blue Eco Line ha sviluppato una piattaforma che integra intelligenza artificiale e dispositivi IoT per monitorare e raccogliere rifiuti plastici nei fiumi. Lorenzo Lubrano, CEO dell’azienda, sottolinea che il sistema non si limita alla rimozione dei rifiuti, ma offre una gestione avanzata dei rifiuti fluviali. Le due soluzioni principali sono:
- River Eye: un sistema di monitoraggio con telecamere e reti neurali che identifica e classifica i rifiuti plastici in tempo reale, fornendo dati utili a Comuni e amministrazioni per interventi mirati.
- River Cleaner: un dispositivo fluttuante brevettato che intercetta e raccoglie plastica, trasferendola in cassonetti a livello stradale. Già operativo in Toscana e Veneto, ha ridotto significativamente i rifiuti che raggiungono il mare.
Blue Eco Line guarda oltre l’ambiente: le sue reti neurali possono essere applicate ad agricoltura di precisione, monitoraggio edilizio e ottimizzazione industriale. Il progetto ha attirato l’attenzione di Intel, che ha citato la startup come esempio di innovazione nella lotta all’inquinamento fluviale e nella promozione della sostenibilità. La combinazione di tecnologia e impegno ambientale dimostra il potenziale per un impatto concreto.